Un’attesa che dura da 50 anni, da quando (era il 1966/67) furono “inventate” le coppe di disciplina per lo sci alpino. Mai nessun italiano si è laureato «uomo-jet». Mercoledì, domani, potrebbe essere la volta buona. Non solo: a contendersela per la stagione in corso gli azzurri sono due: Peter Fill e Dominik Paris.
Apriamo una doverosa parentesi: la cronaca. Domani è in programma l’ultima discesa, a St.Moritz, in Svizzera e nell’ultima prova le indicazioni per i due duellanti sono state opposte. Fill è stato il più veloce (1.39.30), Paris è caduto. Ma domani ci sarà, a tutti i costi. Lui sicuro, ma la gara? A incombere è infatti il meteo: neve e vento in arrivo. Pare che la gara non sia in pericolo, ma c’è una parola che nessuno vuole pronunciare: cancellazione. In questo caso verrebbe compiuto il delitto perfetto, purtroppo dello sci italiano.
La classifica infatti dice: Fill 436 punti, come il norvegese Aksel Svindal, Paris 432. Se non si gareggiasse sarebbe Svindal a vincere la coppa, avendo più vittorie di Fill. La cronaca impone anche l’onestà: senza l’infortunio di Kitzbuhel, Svindal la coppa l’avrebbe vinta – molto probabilmente – senza difficoltà. Ma vincerla in questo modo sarebbe una beffa atroce per i due italiani. E allora per chi ama i colori azzurri bisogna fare il tifo per una sola cosa: che si scenda. Anche se a voler essere precisi c’è pure la possibilità che, pur gareggiando, Fill esca o non arrivi nei primi 30 e Paris non riesca a fare 5 punti. Oppure che a fronte di risultati miseri si inseriscano il norvegese Kjetil Jansrud, che ha 382 punti, o il francese Adrien Theaux con 370. E magari l’essere in gara fra loro potrebbe aumentare la tensione dei due duellanti. Ma per una volta è meglio non essere precisi: l’Italia aspetta, da 50 anni.