Gare, certo, ma anche turismo, scienza, enogastronomia e convegni sul futuro di quotidiani e della stampa in genere. Si è concluso sabato primo aprile in Val Cenis, al confine tra Piemonte e Savoia, il 64esimo meeting dello Scij, lo sci club internazionale dei giornalisti, un vero e proprio mondiale sulla neve per addetti di carta stampata, radio e televisione. Ospitato sulle nevi del passo francese dove passarono Annibale e i suoi elefanti, il meeting, nonostante alcune carenze organizzative rispetto alle precedenti edizioni, è stato comunque di alto livello: le piste, innevate da una coltre fresca di oltre 50 centimetri caduti nella prima notte, hanno retto per tutta la settimana sebbene le temperature alte e un meteo da favola.
Le “penne” iscritte alla settimana dello Scij, sono state circa 160, provenienti da una trentina di nazioni: numeri sicuramente considerevoli anche se in leggero calo rispetto alle ultime tre edizioni (Champery-Svizzera 2014, Baqueira-Spagna 2015 e Sestriere 2016), che hanno comunque portato visibilità a una località in cerca di rilancio in occasione del cinquantenario dai primi impianti. I giornalisti, circa la metà dei quali provenienti dall’arco alpino ma con nutrite presenze anche da mercati in forte crescita come Est Europa, Turchia e isole Britanniche, si sono cimentati come ogni anno nelle gare di gigante (martedì) e di sci di fondo in tecnica classica (giovedì). Sei le categorie, in base al sesso e all’età, con una categoria junior per gli under 45 che forse è specchio dei tempi di un mestiere che fa fatica a rinnovarsi e trovare giovani talenti tanto sulle piste come nelle redazioni.
Quindici medaglie italiane allo Scij
L’edizione è stata un trionfo sportivo per la spedizione italiana: la squadra del GIS (lo sci club tricolore dei giornalisti italiani sciatori, che ha selezionato i 16 partecipanti da una base di oltre 200 iscritti) ha conquistato cinque ori (tre dei quali nella categoria over 55 maschili), cinque argenti e cinque bronzi.
Ma al di là di competizioni, delle piste e della mitica “Nations Night” – la festa dove ogni squadra partecipante porta cibo e soprattutto bevande tipiche che apre la settimana –, lo Scij ha permesso alla località di Val Cenis di spostare il focus anche su turismo, enogastronomia, storia e scienza, con tanto di visita al centro nazionale di ricerca di fisica del traforo del Frejus; molti anche i meeting di discussione tra giornalisti, con focus sulla candidatura Olimpica di Parigi 2024 e sul tema dei rifugiati.
Edizione 2020 a Cortina?
Il prossimo appuntamento dello Scij sarà in Bulgaria, a Pamporovo, ma per il 2020 sono già stati avviati contatti con Cortina per l’organizzazione di un mondiale dei giornalisti in pompa magna proprio l’anno prima dei mondiali, quelli veri con sciatori veri. Per l’Ampezzano, e più in generale anche per tutto il Cadore e le dolomiti venete, un’occasione unica di visibilità internazionale per mostrare a inviati di tutto il mondo lo stato dell’arte a 12 mesi dalla rassegna iridata.
Andrea Saule